Un imperdibile giallo storico ambientato nello Stato Pontificio del Seicento con una protagonista affascinante e convincente: ecco "L'ultimo respiro del tramonto" di Luca Vanoli, spin-off della serie dello stesso autore iniziata con "Una manciata di cenere".
Ambientato nel 1664 nel feudo di Capodimonte, il romanzo ruota intorno alle vicende e alle indagini di Rosalba "Ro" Cardelli, intraprendente figlia del conte a cui appartengono quelle terre. Divenuta amministratrice del feudo per conto del padre, si ritrova ad affrontare una questione spinosa: ha deciso di intercedere per il prigioniero Renzo Tanielli, accusato di furti di poco conto, per consentirgli di lavorare nei campi e di sostenere i suoi genitori poveri e malati. Ma la sua decisione, messa apertamente in discussione dagli abitanti del feudo, rischia di portare a seri disordini. Come se non bastasse, le circostanze dell'arresto di Renzo sono poco chiare e, da quando è stato rimesso in libertà, strani eventi accadono nel contado. La situazione precipita quando Margherita, sorella del capitano delle guardie Cesare Bussone, viene barbaramente uccisa nella sua casa. Per gli abitanti di Capodimonte non c'è alcun dubbio: il colpevole è senz'altro Renzo Tanielli, che non a caso si è dato alla fuga. Solo Ro sembra credere nella sua innocenza e, per far luce sulla questione e far trionfare la verità, è disposta a tutto, anche a inimicarsi le autorità locali...
Ho apprezzato molto la figura di Ro, già apparsa, anche se in misura minore, ne "Il quarto e il quinto" romanzo giallo dello stesso autore. Ro ci viene presentata come un personaggio a tutto tondo: donna intraprendente e determinata, nonché indefessa lavoratrice, è riuscita ad amministrare da sola il feudo, ma nello stesso tempo non è esente da difetti. Per il suo temperamento autoritario, intransigente e testardo, è stata ribattezzata dagli abitanti di Capodimonte "La Ducessa". Nel corso delle vicende che la vedono protagonista, arriverà a dubitare di se stessa e delle sue capacità, ma riuscirà ad affrontare con forza d'animo le sfide che la attendono.
Un personaggio quindi molto riuscito, come del resto tutti quelli che la attorniano; da Renzo e Daniele Tanielli al pescatore Tobia, dal capitano Bussone al mercante Maidalchini; tutti sono ben tratteggiati e hanno un ruolo preciso nella storia.
Il romanzo è ricco di suspence e colpi di scena che, soprattutto nella seconda parte, tengono il lettore incollato alla pagine. Nulla è come appare e, proprio quando ci sembra di essere vicini a scoprire la verità, sopraggiunge qualche imprevisto che cambia le carte in tavola. Le vicende sono quindi ben concatenate tra loro e ogni cosa va al suo posto, trovando una chiara spiegazione.
Ho apprezzato i riferimenti, disseminati nel testo, all'altra serie di Luca Vanoli. Diverse volte viene menzionato Tullio Corbet, l'avvocato amante della giustizia che aveva aiutato la famiglia di Ro, e a cui lei stessa si ispira nelle sue indagini. Nonostante questo romanzo sia una sorta di spin-off, comunque, si può leggere anche come testo a sé stante.
Dulcis in fundo, lo stile: scorrevole e coinvolgente, a tratti ironico e in altri momenti riflessivo, contribuisce a rendere le vicende di Ro e del contado ancora più appassionanti.
Consigliatissimo.
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