Il 18 marzo 1848 le tensioni che da tempo dividevano i milanesi e le autorità austriache esplosero nelle celebri "Cinque Giornate" di Milano, cinque giorni in cui l'intera città insorse contro il dominio straniero. Uomini e donne di varia estrazione sociale presero parte a combattimenti in strada, erigendo barricate e riuscendo a cacciare gli occupanti.
Le cronache d'epoca ricordano anche il contributo di una giovane donna, che si distinse per audacia e intraprendenza: Luisa Battistotti Sassi. Conosciuta anche come "la brunetta di Borgo Santa Croce", era una donna del popolo; moglie dell'artigiano Sassi, era nata nei pressi di Pavia e all'epoca dell'insurrezione aveva ventiquattro anni.
Il 19 marzo, durante i primi scontri, uscì di casa con intenzioni bellicose e si ritrovò di fronte a un drappello di sei soldati austriaci.
Con una mossa fulminea, riuscì a sottrarre la pistola a uno di loro e a intimare al gruppo di deporre le armi. I popolani le diedero man forte e presero prigionieri i militari austriaci, consegnandoli agli uomini della Guardia di Finanza, che avevano fatto causa comune con gli insorti.
In seguito Luisa indossò abiti maschili ed eresse una barricata nel quartiere di Santa Croce, radunando intorno a sé un gruppo di concittadini che riuscì a respingere gli austriaci, ed esponendosi in prima linea nei combattimenti.
I meriti di Luisa vennero riconosciuti dal Governo provvisorio di Lombardia, che, solamente a lei e al calzolaio Pasquale Sottocorno, riservò il privilegio di sedere accanto alle autorità durante la solenne messa celebrata in Duomo dopo la cacciata degli austriaci.
Il Governo le assegnò anche una pensione annua, ma Luisa non poté mai beneficiarne: dopo il ritorno degli austriaci a Milano (agosto 1848), fu costretta ad andare in esilio. Dopo un breve periodo in Piemonte, decise di emigrare negli Stati Uniti, dove morì nel 1876.
A Milano le è stata dedicata una via.
Una cerimonia in ricordo dei Caduti delle Cinque Giornate, Carlo Bossoli (1849)
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