Oggi vi parlo di un affascinante romanzo storico ambientato al tempo dei vichinghi, opera prima di Elisabetta Barberio ed edita dalla casa editrice Bookabook.
845 d.C. L’invincibile Ragnar Loðbróck assedia Parigi insieme ai suoi uomini. L’esercito dei Franchi Occidentali, comandato da Carlo il Calvo, nulla può contro la furia dei Norreni. Ma durante quello scontro accade qualcosa capace di cambiare le sorti della vita del Conte: il lauto bottino che i suoi guerrieri portano a Roskilde, la loro città, include anche Alexandra, una donna affascinante e misteriosa, dotata di grande cultura. Grazie a lei, Ragnar impara che la sete di conquista non si placa solamente solcando mari e razziando territori, ma anche grazie alla conoscenza, avvicinandosi alle lingue, alle culture e alle religioni di altri popoli. Il mondo Franco, da un lato, e quello Norreno, dall’altro, trovano così un punto d’incontro in un amore tormentato e impossibile, come quello che nasce tra Ragnar e Alexandra.
"Il sogno di Ragnar" ha una componente romance molto forte, soprattutto nella prima parte, e delinea con grande attenzione il carattere dei protagonisti. Ho adorato la figura di Alexandra: donna intraprendente e coraggiosa, custodisce un sapere antico, rivelandosi un ottimo medico e all'occorrenza, anche guerriera. Proprio questo suo carattere "atipico", testardo e determinato, la porta a scontrarsi con Ragnar, ma anche ad affascinarlo.
Alle loro vicende personali si intrecciano le questioni politiche del tempo, dalle precarie alleanze con i vicini sovrani alle guerre con i nemici. Mi è piaciuto il modo in cui l'autrice ha saputo ricostruire le atmosfere dell'epoca, rendendole godibili anche per chi, come me, non conosce a fondo quel periodo storico.
Il romanzo è corredato anche di un apparato di note finali sui personaggi e sulle usanze che compaiono nella storia.
Lo stile è scorrevole e dotato di un buon ritmo, anche se alcune sezioni narrative mi sono sembrate troppo "rapide" e poco sviluppate. Soprattutto nella prima parte, inoltre, le vicende sono un po' statiche, in quanto si concentrano soprattutto sui sentimenti dei personaggi. Si tratta comunque di aspetti secondari che non inficiano assolutamente la godibilità del romanzo, che nel complesso risulta decisamente piacevole e coinvolgente.
"Saranno sempre legati, il loro è un vincolo che percepisce nelle ossa, nella carne e nello spirito, non è in grado di spiegarlo neanche a se stessa ma sa che è così. "
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